Leggere i classici è un esercizio per imparare a decifrare la complessità.
Il periodo che stiamo vivendo non è facile: i ragazzi sono sottoposti a (o bombardati da) continui cambi di direzione. Sono spinti a passare da un contenuti web all’altro e dedicano a ciascuno di questi un’attenzione sempre più breve. Al contrario la lettura di un libro richiede una capacità di concentrazione sicuramente maggiore.
La critica mossa alla società di oggi è legata al fatto che molto spesso si tende a semplificare:
a ridurre troppo tutta la complessità che invece il mondo ci offre. Mentre è bello far vedere
ai ragazzi che la complessità si può leggere anche all’interno di un libro.
Leggere i classici richiede una capacità di concentrazione e di attenzione maggiore.
Per questo un grosso consiglio
che mi sento di dare è di leggere
i classici. Per esempio: per una classe di quarta/quinta elementare potrebbe benissimo
leggere Pinocchio nell’edizione integrale.
Pinocchio è una storia che si articola in una relazione con l’adulto, con gli adulti: con delle figure che ruotano attorno
al di là del gatto e la volpe, il grillo parlante, Geppetto o la fatina. Nel libro c’è tutta una serie di figure adulte attorno alle quali Pinocchio si trova a doversi misurare. A dover in qualche modo sostenere non solo la verità ma anche sostenere la possibilità che la bugia abbia in qualche modo un senso di verità.
La bugia come senso di verità è un tema tutt’altro che banale. Argomentarlo e leggerlo
nella sua edizione integrale
significa offrire al bambino una complessità. Non solo di argomentazioni, ma anche
semantica: una complessità
di parole, una complessità
di significati che una stessa parola può avere.
Leggere Pinocchio nella sua versione integrale significa, innanzitutto,
avere rispetto per l’autore e
per il bambino.
Maestro della Scuola Primaria delle Scuole CEFA
CEFA 4Family è la rubrica delle Scuole CEFA pensata per raccogliere e offrire consigli pratici e utili per diventare genitori consapevoli e sostenere i propri figli nella crescita.